Cari lettori di Free-Italia, benvenuti in questo spazio dove cerchiamo sempre di semplificare i temi complessi della nostra epoca. Oggi vi parlo di qualcosa che mi ha profondamente colpito e che credo meriti una riflessione seria: il comportamento dell'opposizione italiana sulla questione palestinese. Quello che è accaduto alla Camera non è solo politica parlamentare, è il sintomo di una crisi più profonda che tocca l'anima stessa della sinistra italiana. Vi invito a leggere fino alla fine, perché quello che emerge da questa vicenda ci dice molto su dove stiamo andando come paese e come democrazia .
Il Grande Bluff del Movimento 5 Stelle: Quando l'Ambiguità Diventa Sistema
Iniziamo dal Movimento 5 Stelle, che ormai ha fatto dell'ambiguità la propria cifra distintiva. Vi ricordate quando si proclamavano "né di destra né di sinistra"? Ecco, oggi quella formula si è trasformata in "né sì né no", una sorta di limbo politico permanente .
La vicenda è emblematica: prima votano contro al Parlamento Europeo una risoluzione per il riconoscimento della Palestina, poi si astengono su una mozione che di fatto legittima il "Piano Trump" - quello schema che nega ogni reale sovranità al popolo palestinese .
Ma cosa significa tutto questo? Significa che il M5S non vuole disturbare nessuno. Non la destra, non l'establishment, non la narrazione dominante. È diventato il partito del "non disturbiamo", quello che sussurra invece di parlare, che si nasconde dietro le procedure invece di prendere posizioni chiare.
La Doppia Rinuncia: Né Coraggio Né Coerenza
Pensateci bene: da un lato non sostengono il riconoscimento della Palestina, dall'altro non si oppongono a un testo che consacra l'occupazione . È una doppia rinuncia che racconta tutto della loro trasformazione: da movimento di protesta a partito di sistema, da forza di cambiamento a guardiano dello status quo.
Il Partito Democratico: La Retorica della Pace, i Voti della Guerra
E poi c'è il PD, che continua a giocare su due tavoli con una maestria che farebbe invidia ai migliori equilibristi . All'esterno si proclamano per la pace, per i diritti umani, per il diritto internazionale. Ma quando arriva il momento di votare? Astensione di gruppo, mentre alcuni dei loro big - Guerini, Madia, Fassino, Quartapelle - votano addirittura a favore della mozione governativa .
Questa non è politica, è ipocrisia sistemica. Come si può parlare di cessate il fuoco nei comizi e poi astenersi quando si tratta di opporsi a un piano che legittima l'occupazione permanente?
L'Atlantismo Come Scusa
Il PD si nasconde dietro l'atlantismo, dietro la "responsabilità", dietro la paura di apparire "sbilanciati" . Ma la verità è più semplice: hanno scelto di non disturbare la diplomazia ufficiale, anche quando questa coincide con l'accettazione della guerra permanente.
Alleanza Verdi e Sinistra: Quando Anche l'Ultima Voce Critica Si Spegne
La delusione più grande arriva da AVS, quella che dovrebbe essere la voce della sinistra autentica, quella che parla di apartheid, di autodeterminazione, di crimini di guerra . Eppure, anche loro si sono astenuti di fronte a una mozione che legittima il "Piano Trump".
Hanno presentato una risoluzione alternativa - bocciata, ovviamente - e poi si sono ritirati nel silenzio procedurale . Nessun voto contrario, nessuna sfida aperta. È l'esempio perfetto della sinistra che rinuncia a essere forza di rottura, che si limita a testimoniare senza mai davvero opporsi.
Opposizione da Corteo, Astensione da Parlamento
Questa è la contraddizione più stridente: una sinistra che c'è nei cortei ma non nei voti, che si indigna fuori ma si astiene dentro . Che senso ha manifestare per la Palestina il sabato e poi astenersi il lunedì?
Il "Piano Trump": Cosa C'era Davvero in Quella Mozione
Parliamo chiaro di cosa conteneva quella mozione. Non era un testo neutro, era una presa di posizione politica precisa . Riaffermava l'alleanza con Israele, invocava una generica "pace per entrambe le parti" ma non nominava mai l'occupazione militare, non denunciava le violazioni del diritto internazionale, non chiedeva il cessate il fuoco .
Il "Piano Trump" prevede una Palestina senza continuità territoriale, sotto controllo militare esterno, economicamente asfissiata e politicamente annientata . È un piano che premia l'unilateralismo israeliano e relega i palestinesi a una semi-sovranità amministrativa.
Astenersi su questo non è neutralità, è complicità.
La Resa Morale Prima Che Politica
Quello a cui abbiamo assistito non è solo un episodio parlamentare, è una resa morale . L'opposizione italiana ha smesso di opporsi anche sul piano simbolico, lasciando che su un tema gravissimo - un conflitto che ha provocato oltre 70.000 morti, per lo più civili - parlassero solo le ragioni della forza .
La Crisi di Credibilità
Con quale credibilità queste forze potranno lamentarsi dell'astensionismo? Se anche su un tema così drammatico non riescono a dire un chiaro NO, cosa resta del loro ruolo politico?
L'astensione non è un atto neutro, è un atto politico . E in questo caso è stata una scelta di comoda complicità con un piano che normalizza la negazione dei diritti.
Il Pacifismo da Aperitivo
La chiusa è impietosa ma azzeccata: il pacifismo dell'opposizione italiana è "buono per i post, per le piazze, per gli slogan — ma non per i voti. Purché si possa brindare con una vodka" .
Questo è il ritratto di una sinistra che ha smarrito la propria bussola morale, che confonde la responsabilità con l'immobilismo, che scambia la prudenza con la vigliaccheria.
Conclusioni: Quando l'Opposizione Non Si Oppone
Cari lettori, quello che emerge da questa vicenda è il ritratto di un'opposizione che ha dimenticato il proprio ruolo. Non si tratta solo della questione palestinese, che pure è gravissima. Si tratta di capire che tipo di democrazia vogliamo: una dove l'opposizione si oppone davvero, o una dove tutti fanno finta di litigare ma poi si astengono sui temi che contano?
La sinistra italiana deve ritrovare il coraggio delle proprie idee, deve scegliere da che parte stare. Perché in un mondo dove si bombardano ospedali e scuole, dove si nega il diritto all'autodeterminazione, dove si legittima l'occupazione militare, non si può restare neutrali.
Chi si astiene oggi, domani non potrà più rivendicare neutralità. Ha scelto. E ha scelto di non disturbare. Ma la storia, quella vera, non dimentica. E nemmeno noi dovremmo farlo.

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