martedì 7 ottobre 2025

7 Ottobre 2023: Due Anni di Dolore che Ci Chiamano alla Pace

Benvenuti, cari lettori di Free-Italia. Oggi ci troviamo di fronte a una data che ha segnato profondamente la storia contemporanea. Il 7 ottobre 2023 non è solo una data sul calendario: è una ferita aperta che continua a sanguinare, un grido di dolore che attraversa confini e appartenenze. Vi invito a leggere fino alla fine questo articolo, perché solo comprendendo la complessità del dolore umano possiamo sperare di costruire un futuro di pace.

La Memoria che Non Possiamo Dimenticare

Due anni fa, il mondo si svegliava con l'orrore. Il 7 ottobre 2023 rimarrà per sempre "una delle pagine più buie della storia", come ha giustamente definito la premier Meloni Quel giorno, 1.219 persone persero la vita in un attacco che il presidente francese Macron ha descritto come "il peggiore massacro antisemita dalla Shoah" .

Non posso, non voglio, non devo minimizzare questa tragedia. Ogni vita spezzata rappresenta un mondo intero che si è fermato. Ogni famiglia distrutta porta con sé un dolore incommensurabile. Come ha sottolineato il presidente Mattarella, "il 7 ottobre del 2023 rimane e rimarrà nelle coscienze come una pagina turpe della storia" Il Dolore Non Ha Bandiere

Ma il dolore, cari lettori, non conosce confini né appartenenze. Mentre commemoriamo le vittime del 7 ottobre, non possiamo chiudere gli occhi davanti alle oltre 67.000 vittime palestinesi che sono seguite Ogni bambino morto a Gaza, ogni famiglia distrutta, ogni sogno spezzato merita lo stesso rispetto, la stessa dignità, lo stesso dolore.

Il presidente Mattarella ha espresso con chiarezza un concetto fondamentale: "L'orrore e la condanna per la violenza crudele e inaccettabile delle armi di Israele non attenua orrore e condanna per la raccapricciante ed efferata violenza consumata quel giorno da Hamas" . Questa è la verità che dobbiamo abbracciare: il dolore non si misura, non si confronta, non si gerarchizza.

L'Estremismo: Il Vero Nemico della Pace

Quello che mi colpisce di più, in questi due anni di sofferenza, è come l'estremismo abbia trovato terreno fertile nel dolore. Da una parte, Hamas che definisce il 7 ottobre "un glorioso giorno di successo" , dall'altra, una risposta militare che la stessa premier italiana ha definito come andata "oltre ogni principio di proporzionalità".

L'estremismo si nutre del dolore altrui, lo strumentalizza, lo trasforma in odio. Ma noi, come esseri umani, abbiamo il dovere di resistere a questa tentazione. Come ha scritto Rabbi Nachman di Breslov in una preghiera per la pace: "Non siamo venuti in questo mondo per conflitti e divisioni, né per odio e rabbia" .

La Speranza nei Negoziati

In questi giorni, mentre commemoriamo il secondo anniversario, c'è una piccola luce di speranza. I negoziati a Sharm el-Sheikh tra Hamas e Israele, mediati da Egitto e Qatar, hanno mostrato "un clima positivo" Il piano di pace proposto dal presidente Trump, pur con tutti i suoi limiti, rappresenta "un'opportunità che non deve andare sprecata", come ha sottolineato la premier Meloni

Ma attenzione: la pace non è solo l'assenza di guerra. La pace è giustizia, è dignità, è il riconoscimento reciproco dell'umanità dell'altro. Come ha detto il premier spagnolo Sánchez: "Il dialogo e il consolidamento dei due Stati sono l'unica soluzione possibile per porre fine al conflitto" .

Il Pericolo dell'Antisemitismo

Non possiamo parlare del 7 ottobre senza affrontare un tema doloroso: l'aumento dell'antisemitismo. Il cancelliere tedesco Merz ha avvertito di "una nuova ondata di antisemitismo in Germania" , mentre il premier britannico Starmer ha denunciato l'antisemitismo come "una macchia" da estirpare .

Qui devo essere chiaro: criticare le politiche di un governo non è antisemitismo. Ma quando la critica si trasforma in odio verso gli ebrei come popolo, quando si nega il diritto di Israele ad esistere, quando si giustifica il terrorismo, allora stiamo attraversando una linea rossa che non dovremmo mai oltrepassare.

Come ha saggiamente osservato il presidente Mattarella: "Quanto avviene a Gaza e i diversi sentimenti che suscita non possono confluire in quello ignobile dell'antisemitismo" .

La Responsabilità di Tutti Noi

Oggi, mentre ricordiamo le vittime del 7 ottobre, abbiamo tutti una responsabilità. Non possiamo permettere che il dolore si trasformi in odio, che la memoria diventi strumento di vendetta, che la sofferenza giustifichi altra sofferenza.

Come ha scritto Rabbi Naomi Levy in una preghiera per Israele: "Dio dei cuori spezzati, Dio dei vivi, Dio dei morti, raccogli le anime delle vittime nel Tuo rifugio eterno" . Questa preghiera non è solo per le vittime israeliane, ma per tutte le vittime di questa tragedia senza fine.

La Pace Come Unica Vittoria

Cari lettori, mentre chiudo questo articolo, voglio lasciarvi con una riflessione. In questi due anni abbiamo visto troppo odio, troppa violenza, troppo dolore. Abbiamo visto come l'estremismo, da ogni parte, abbia alimentato un ciclo di vendetta che sembra non avere fine.

Ma noi, come Free-Italia, crediamo in qualcosa di diverso. Crediamo che ogni vita abbia valore, che ogni morte meriti rispetto, che ogni lacrima versata - israeliana o palestinese - bagni la stessa terra di dolore.

La pace non è debolezza. La pace è il coraggio di guardare oltre il dolore, di tendere la mano anche quando fa male, di scegliere la vita anche quando tutto intorno sembra morte.

Come recita il Salmo 120: "Io sono tutto pace; ma quando parlo, loro sono per la guerra" . Ecco, noi scegliamo di essere per la pace, sempre e comunque.


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