martedì 4 novembre 2025

Riforma Nordio: Così la Politica Sottomette la Giustizia

Ciao, sono Gerd Dani e ti do il benvenuto su Free-Italia, lo spazio dove smontiamo insieme la complessità del presente per capire davvero cosa sta succedendo. Oggi parliamo di una riforma che ti riguarda più di quanto pensi. Quando senti parlare di "separazione delle carriere" e "riforma della giustizia", probabilmente pensi a roba tecnica da addetti ai lavori. Sbagliato. Qui si gioca la partita su chi, nei prossimi decenni, controllerà davvero il potere in Italia. Ti chiedo di leggere fino in fondo. Non per me, ma perché quello che ti racconto ti tocca direttamente. Ogni volta che qualcuno indagherà un politico, ogni volta che spererai in un processo giusto, scoprirai che questa riforma avrà già deciso come finirà.

La Confessione Involontaria di Nordio

A volte la verità esce dalla bocca di chi dovrebbe nasconderla. Carlo Nordio, ministro della Giustizia, l'ha detta senza filtri al Corriere della Sera: "Mi stupisce che una persona intelligente come Elly Schlein non capisca che questa riforma gioverebbe anche a loro, nel momento in cui andassero al governo" .

Hai capito il messaggio nascosto?

Nordio ammette candidamente che la sua riforma serve a blindare il potere. Non importa se rosso o blu. L'obiettivo è neutralizzare l'unico potere che non si elegge: la magistratura .

È disarmante questa sincerità. Praticamente dice: "Ragazzi, tranquilli, questa cosa serve a tutti quelli che governano per mettersi al riparo dalle indagini". La chiama "riforma di civiltà". L'Associazione Nazionale Magistrati la traduce in italiano: un modo per impedire ai pubblici ministeri di indagare liberamente .

La Lezione Dimenticata della Storia

Facciamo un passo indietro. Nel 1948, quando nacque la nostra Costituzione, i padri costituenti avevano ancora fresco il ricordo di una magistratura piegata al regime fascista . Sapevano cosa significa avere giudici che chinano la testa davanti al potere.

Per questo inventarono il CSM - il Consiglio Superiore della Magistratura. Un organo pensato per garantire l'indipendenza dei magistrati dalle maggioranze politiche . Pesi e contrappesi. Nessun potere assoluto. Come dice la nostra Costituzione all'articolo 1.

La riforma Nordio smonta questo sistema pezzo per pezzo.

Il Trucco del Sorteggio Asimmetrico

Qui viene il bello. La riforma prevede di creare due CSM separati: uno per i giudici e uno per i pubblici ministeri. In apparenza, la composizione resta invariata. Ma è solo apparenza .

I magistrati verranno sorteggiati. Pura fortuna, dalla platea di tutti i magistrati.

I membri di nomina parlamentare? Anche loro sorteggiati, ma - attenzione - da un elenco già selezionato dal Parlamento . Cioè dalla maggioranza politica del momento.

Vedi l'inganno?

La sorte sarà cieca solo per i magistrati. Per i politici, la sorte pescherà da una lista già controllata politicamente. Senza nemmeno l'obbligo di maggioranze qualificate . Con il premierato in arrivo e la verticalizzazione del potere che stiamo vedendo, indovina chi dominerà questi organi?

È come dire: "Facciamo un sorteggio equo. Solo che io prima scelgo da quale mazzo pescare".

L'Alta Corte: Disciplina di Partito

Ciliegina sulla torta: l'Alta Corte disciplinare. Un nuovo organo che giudicherà gli illeciti dei magistrati ordinari. Solo loro, tra l'altro. Vai a capire perché .

Composizione? Tre membri scelti dal Presidente della Repubblica, tre dall'elenco parlamentare, nove sorteggiati tra i magistrati di Cassazione . Anche qui, il peso politico rischia di essere preponderante.

Il messaggio è chiaro: se non ti comporti bene, se indaghi dove non devi, se rompi troppo le scatole al potere, ti giudichiamo noi.

La Separazione delle Carriere: Arma di Distrazione di Massa

Parliamoci chiaro. Oggi il passaggio da pubblico ministero a giudice (o viceversa) è già rarissimo. Meno dell'1% all'anno . Con regole rigidissime. Non era necessario toccare la Costituzione per questo.

Ma i riformatori insistono: serve per garantire la terzietà del giudice. Perché - dicono - la comune appartenenza all'ordine giudiziario inquina l'imparzialità.

I dati dicono l'opposto. Quasi la metà dei processi finisce con un'assoluzione . L'avvocato Coppi, figura autorevole dell'avvocatura, è stato cristallino: "Non ho mai pensato di aver vinto o perso una causa perché il PM faceva parte della stessa famiglia del giudice" .

La separazione delle carriere è uno specchietto per allodole. Nasconde l'obiettivo vero: la normalizzazione della magistratura . Renderla meno indipendente, più controllabile, più esposta alle influenze della politica.

Il Disegno Completo: Unendo i Puntini

Mettiamo insieme i pezzi del puzzle.

Un pubblico ministero che dovrà "rispondere a qualcuno", come dice Nordio . CSM dominati dalla componente politica. Disciplinare controllata. Procure già organizzate gerarchicamente. Disegni di legge in Parlamento perché sia la maggioranza politica a dettare le priorità investigative .

E la maggioranza ha bocciato un ordine del giorno che impegnava il governo a non indebolire l'indipendenza della polizia giudiziaria dal PM .

Ti sembra casuale?

Il quadro è nitido. Un pubblico ministero meno autonomo, attratto nell'orbita dell'esecutivo. Una magistratura meno indipendente, più ricattabile tramite carriera e disciplinare. Una giustizia che guarda sempre più alla politica e sempre meno ai cittadini .

L'Ossessione di Chi Teme le Inchieste

Nordio parla di "riequilibrio dei poteri". Ma quale equilibrio? Quello dove chi governa decide chi può indagarlo?

È la stessa logica degli anni Novanta. Quando Mani Pulite veniva dipinta come un golpe giudiziario. Quando si scambiava la legalità per faziosità . Quando si sognava un potere senza contrappesi.

La riforma Nordio è la versione aggiornata di quel sogno. Con lo stesso obiettivo: ridurre la magistratura a servizio d'ordine del governo .

Non servono convegni per capirlo. Basta ascoltare le parole del ministro: questa riforma servirà a chiunque governi. È una polizza assicurativa per il potere. Qualunque sia il suo colore.

Il Vulnus per i Cittadini

Qui sta il punto. Questa riforma non colpisce i magistrati. Colpisce te. Me. Tutti noi.

Perché quando la giustizia non è più indipendente, quando i PM guardano più in alto che davanti, quando le carriere dipendono dalla compiacenza politica, a pagare sono i cittadini .

Sei tu che non vedrai più indagini vere sui potenti. Sei tu che ti troverai davanti una giustizia a due velocità: severa con i deboli, comprensiva con i forti.

La posta in gioco non è tecnica. È politica nel senso più profondo. È la domanda: vogliamo ancora vivere in uno Stato di diritto dove nessuno è al di sopra della legge? O accettiamo che chi vince le elezioni si metta al riparo dalle indagini?

Verso il Referendum: La Scelta Tocca a Noi

La riforma costituzionale è stata approvata. Ora si va verso il referendum .

Sarà il momento della verità. Dovremo decidere se vogliamo una giustizia che serve il potere o che serve i cittadini. Se crediamo ancora nei contrappesi democratici o se preferiamo concentrare tutto nelle mani di chi governa.

Non facciamoci ingannare dalla propaganda. Non lasciamoci distrarre dai tecnicismi. La sostanza è semplice: questa riforma serve a normalizzare la magistratura. A renderla docile. Controllabile.

Conclusione

La riforma Nordio si veste di belle parole. Efficienza, modernizzazione, civiltà giuridica. Ma sotto il vestito c'è un corpo malato: l'ambizione di un potere senza limiti, di una politica che vuole mettersi al riparo dalle conseguenze delle proprie azioni.

Il ministro l'ha ammesso senza accorgersene. Ha confessato che serve a blindare chi governa. Rosso o blu, non importa. L'importante è governare senza fastidi.

Noi di Free-Italia continueremo a raccontarti cosa succede davvero dietro le quinte. A smontare la retorica. A tradurre il burocratese in italiano comprensibile. Perché crediamo che tu abbia diritto di capire. E che solo capendo si possono fare scelte consapevoli.

La domanda ora è: quale Italia vogliamo? Una dove chi ha il potere ha anche l'immunità? O una dove la legge vale per tutti, davvero per tutti?

La risposta non la darà Nordio. La daremo noi. Al referendum. E spero che la daremo con la consapevolezza di cosa stiamo davvero decidendo: il futuro della nostra democrazia.


Articolo scritto per Free-Italia, dove rendiamo semplici i temi complessi del presente.

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