Il Giorno in cui la Neutralità è Morta
Il 9 settembre 2025 resterà nella storia come il giorno in cui Israele ha deciso che non esistono più luoghi neutrali al mondo. Con l'operazione "Atzeret HaDin" (Giorno del Giudizio), quindici caccia israeliani hanno volato 1.800 chilometri per sganciare dieci bombe su un edificio di Doha . Non un bunker militare, non una base terroristica—un palazzo residenziale nella capitale di uno dei più stretti alleati americani.
La precisione dell'attacco è stata chirurgica, ma le conseguenze sono state devastanti per qualcosa di molto più prezioso delle vite umane coinvolte: la possibilità stessa di fare pace attraverso il dialogo.
Chi Era Davvero nel Mirino
I media ci raccontano di leader di Hamas eliminati, ma la verità è più complessa e inquietante. Nel mirino c'erano Khalil al-Hayya, capo negoziatore di Hamas, Khaled Meshaal, veterano della leadership, e altri membri del direttorio che guida il movimento dopo la morte di Yahya Sinwar .
Ma ecco il punto che dovrebbe farci riflettere: questi uomini non stavano pianificando attacchi terroristici. Stavano discutendo della proposta di cessate il fuoco di Trump . Stavano negoziando. Stavano facendo esattamente quello che la comunità internazionale chiede da mesi.
Hamas conferma che i leader sono sopravvissuti, ma due persone sono morte: il figlio di al-Hayya e il direttore del suo ufficio Due vite spezzate non per quello che avevano fatto, ma per dove si trovavano quando la diplomazia è stata sostituita dalle bombe.
Il Tradimento della Fiducia Internazionale
Quello che rende questo attacco particolarmente grave è il coinvolgimento americano. La Casa Bianca ha confermato che l'amministrazione Trump è stata "informata" prima dell'attacco. Non consultata—informata. Come se Israele stesse avvisando di un cambio di programma, non di un bombardamento su territorio sovrano di un alleato.
Trump ha poi chiamato l'emiro del Qatar per scusarsi, assicurando che "una cosa del genere non accadrà più sul loro suolo". Ma il danno era fatto. Il Qatar, che per anni aveva mantenuto una neutralità precaria ospitando tutti i protagonisti del conflitto, si è visto violata la sovranità nel modo più brutale possibile.
La Fine dell'Illusione Neutrale
Per anni, Doha si era costruita un ruolo unico nel panorama mediorientale. Come la Svizzera del Golfo, ospitava uffici di Hamas accanto a basi militari americane, facilitava negoziati impossibili, manteneva canali aperti quando tutti gli altri si chiudevano. Questa neutralità non era ipocrisia—era necessità strategica per la pace.
L'attacco israeliano ha distrutto questa illusione. Se i leader di Hamas non sono al sicuro in Qatar, sotto la protezione di un alleato americano, allora non esistono più spazi neutrali. Ogni capitale, ogni sala conferenze, ogni tentativo di mediazione diventa un potenziale bersaglio.
Le Conseguenze Umane della Strategia
Le famiglie degli ostaggi israeliani hanno capito immediatamente cosa significasse questo attacco. Einav Zangauker, madre dell'ostaggio Matan, ha scritto su X: "Potrebbe essere che in questo preciso momento il primo ministro abbia effettivamente assassinato il mio Matan" .
La sua paura è razionale e terrificante. Ogni escalation rende gli ostaggi più vulnerabili, più sacrificabili nella logica della guerra totale. Yair Lapid, leader dell'opposizione israeliana, ha centrato il problema: "I membri di Hamas meritano la morte, ma a questo punto il governo israeliano deve spiegare come l'azione dell'IDF non porterà all'uccisione degli ostaggi" .
La Reazione Internazionale: Condanne Senza Conseguenze
La condanna internazionale è stata unanime ma prevedibilmente inefficace. Il segretario generale dell'ONU Antonio Guterres ha parlato di "flagrante violazione" della sovranità Il presidente francese Macron ha definito l'attacco "inaccettabile" . L'Arabia Saudita ha condannato la "brutale aggressione" .
Ma le parole non bastano più. Quando un paese può bombardare impunemente la capitale di un alleato americano, le condanne diplomatiche diventano rumore di fondo. Il Qatar ha sospeso i negoziati "fino a nuova decisione" —e chi può biasimarli?
Il Paradosso della Vittoria Tattica
Israele ha ottenuto una vittoria tattica impressionante. Ha dimostrato di poter colpire ovunque, di avere intelligence precisa, di coordinare operazioni complesse a migliaia di chilometri di distanza. Ma strategicamente, ha commesso un errore colossale.
Distruggendo il meccanismo di negoziazione, Israele ha reso la guerra infinita. Senza mediatori credibili, senza spazi neutrali, senza la possibilità di dialogo, il conflitto può solo escalare. E in una guerra infinita, tutti perdono—anche chi vince le battaglie.
La Flottiglia e l'Attacco alla Solidarietà
Parallelamente all'attacco di Doha, abbiamo assistito a un altro episodio inquietante: l'attacco con drone a una nave della Global Sumud Flotilla al largo della Tunisia . Gli attivisti denunciano un attacco deliberato, le autorità tunisine parlano di incendio accidentale, ma la BBC, dopo aver analizzato i video, conferma la versione degli attivisti
Questo non è un caso isolato. È parte di una strategia più ampia per eliminare ogni forma di solidarietà internazionale con Gaza, ogni tentativo di portare aiuti umanitari, ogni voce che si oppone alla logica della guerra totale.
Dove Stiamo Andando
L'attacco a Doha segna un punto di non ritorno. Non solo per il conflitto israelo-palestinese, ma per l'intero sistema internazionale. Se un paese può bombardare impunemente la capitale di un alleato per eliminare negoziatori, allora le regole del gioco sono cambiate per sempre.
Non stiamo più parlando di una guerra regionale. Stiamo assistendo alla nascita di un nuovo ordine mondiale dove la forza sostituisce il diritto, dove la sovranità diventa un concetto relativo, dove la diplomazia viene letteralmente bombardata.
La Responsabilità di Tutti Noi
Come cittadini, come esseri umani, abbiamo la responsabilità di non accettare questa normalizzazione della violenza. Non possiamo permettere che l'assassinio della diplomazia diventi routine, che la distruzione degli spazi neutrali venga accettata come strategia legittima.
Hamas deve essere fermato—su questo non ci sono dubbi. Ma distruggere i meccanismi di pace non ferma Hamas: lo rafforza. Ogni ponte bruciato, ogni mediatore eliminato, ogni spazio neutrale violato rende la pace più lontana e la guerra più inevitabile.
Conclusione
Oggi, mentre scrivo queste righe, il mondo è un posto più pericoloso di ieri. Non perché ci sono più armi o più soldati, ma perché abbiamo perso un pezzo fondamentale della nostra umanità: la capacità di credere che il dialogo sia possibile, che esistano spazi neutrali, che la diplomazia possa prevalere sulla forza.
L'attacco a Doha non ha ucciso solo due persone. Ha ucciso l'idea che in questo conflitto possa esistere una soluzione negoziata. E quando muore la speranza di pace, muore un pezzo di tutti noi.
La domanda che dobbiamo porci non è se Israele avesse il diritto di colpire Hamas. La domanda è se possiamo permetterci un mondo dove la diplomazia viene bombardata, dove la neutralità viene violata, dove la pace diventa impossibile per scelta strategica.
La risposta a questa domanda determinerà non solo il futuro del Medio Oriente, ma il tipo di mondo che lasceremo ai nostri figli.

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