Ciao a tutti voi, cari lettori e lettrici! Siamo di nuovo qui insieme, in questo spazio libero e aperto, per parlare di temi che ci stanno a cuore. Oggi affrontiamo un argomento speciale, vicino al cuore di ciascuno e ciascuna di noi. Parliamo dell'8 marzo 2025, una giornata ricca di significato simbolico e storico, ma anche di battaglie ancora aperte. Ti invito a restare con me fino alla fine, perché riflettere insieme è il primo passo per costruire un futuro migliore.
8 Marzo: non solo mimose, ma diritti e battaglie
Lo so, l'8 marzo spesso viene associato a mimose regalate, cene tra amiche e messaggi veloci su WhatsApp. Non c'è nulla di male, intendiamoci, ma questa giornata ha un significato molto più profondo. È nata per ricordare le lotte del movimento femminista e per far sentire la voce delle donne. Una voce che, oggi più che mai, deve essere forte, chiara e ascoltata.
Questa ricorrenza è stata istituita ufficialmente nel 1921, durante una Conferenza internazionale delle donne comuniste a Mosca, in ricordo delle proteste di Pietrogrado del 1917. Proteste guidate soprattutto da donne, che diedero il via alla rivoluzione e alla caduta dello zar. In Italia, la mimosa fu scelta come simbolo nel 1946, dall’Unione Donne Italiane, perché è un fiore spontaneo e facile da trovare ovunque nel nostro Paese.
Ottant'anni dalla Liberazione: le donne protagoniste della Resistenza
Quest’anno, l’8 marzo coincide con l’80° anniversario della Liberazione dal nazifascismo. Un anniversario importante, perché ci ricorda il ruolo centrale avuto dalle donne nella Resistenza italiana. Donne come Tina Anselmi, Lidia Menapace e tante altre che, con coraggio e determinazione, hanno combattuto contro un regime violento, razzista e misogino. Molte di loro pagarono con la vita il prezzo della libertà.
Senza le donne non ci sarebbe stata Resistenza, e senza la Resistenza non avremmo avuto la Costituzione democratica che oggi ci protegge. Ricordiamo sempre che 21 donne contribuirono a scrivere la nostra Carta Costituzionale.
Diritti delle donne oggi: davvero li stiamo perdendo?
Forse penserai: "ok, Gerd, ma oggi non siamo nel 1945, le cose sono cambiate!". Certo, sono migliorate, ma non quanto dovrebbero. Anzi, in molti casi stiamo andando indietro. Oggi assistiamo a un pericoloso arretramento dei diritti, anche nel cuore dell’Europa.
C’è un attacco costante alla legge 194, quella sull’interruzione volontaria della gravidanza. In Italia, il governo attuale sta facendo di tutto per limitarne l’accesso reale. Consultori aperti alle associazioni antiabortiste, medici obiettori che cercano di far cambiare idea con metodi discutibili, addirittura "bonus" offensivi per chi rinuncia a interrompere una gravidanza. Risultato? Stanno tornando pericolosamente gli aborti clandestini. Questo è inaccettabile.
Guerra e donne: prime vittime innocenti
Non dimentichiamo le guerre. Non parlo solo di Ucraina e Russia, ma anche delle infinite tragedie in Palestina, Siria, Afghanistan e altrove. Le prime vittime di ogni conflitto sono sempre le donne e i bambini. Stupri, violenze e soprusi sono una triste realtà quotidiana. Guerre che arricchiscono solo chi produce armi, mentre impoveriscono servizi e diritti sociali.
L'Europa dovrebbe riscoprire lo spirito di Ventotene, il manifesto europeo che parlava di pace, unità e solidarietà. Invece, purtroppo, vediamo aumentare le spese militari mentre scuola, sanità e cultura restano indietro.
Lavoro e diritti sociali: una battaglia ancora aperta
In Italia e altrove, il lavoro femminile è spesso sinonimo di precarietà, stipendi bassi e ricatti. Le donne sono costrette a scegliere tra lavoro e famiglia, tra autonomia e dignità. I tagli alla sanità pubblica e ai servizi come asili nido e consultori stanno cancellando quello stato sociale che dovrebbe garantire uguaglianza e dignità.
E attenzione: parliamo di diritti che riguardano tutti, non solo le donne. Perché una società che non protegge la dignità e l'autonomia di metà della sua popolazione non può dirsi davvero libera e democratica.
Cosa possiamo fare noi, oggi?
Ti starai chiedendo: "Cosa posso fare io, concretamente?". Bene, puoi fare tanto. Prima di tutto, informati, leggi, partecipa. Partecipa alle manifestazioni, iscriviti a gruppi culturali come il nostro Free-Italia, che da sempre si impegna per informare, coinvolgere e creare consapevolezza. Ricorda che ogni singola voce è importante. Parlane con amici, parenti, collega. Non restare in silenzio di fronte alle ingiustizie quotidiane.
Oggi, 8 marzo 2025, l'ANPI celebra anche la sua giornata di tesseramento nazionale. Un modo concreto per ricordare e sostenere i valori di libertà, uguaglianza e pace. Valori che dobbiamo continuare a difendere ogni giorno.
Conclusione: costruiamo insieme il futuro che meritiamo!
Abbiamo ricordato le battaglie delle donne che ci hanno preceduto, ma abbiamo anche visto quanto ancora c'è da fare. Questo 8 marzo deve essere un'occasione per riflettere e per agire. Perché la libertà, la pace e i diritti non sono scontati. Dobbiamo continuare, con determinazione, a difendere e a costruire un futuro migliore per tutte e tutti.
Ti lascio con una frase di Carla Nespolo, prima presidente donna dell'ANPI, che diceva: "Il cammino delle donne è il cammino della democrazia". Non dimentichiamolo mai. E continuiamo a camminare insieme.
Grazie per essere stato con me fin qui. Se ti è piaciuto l’articolo, condividilo e aiutaci a diffondere consapevolezza e cultura. Free-Italia crede in un futuro migliore, e lo costruisce con te, giorno dopo giorno.
A presto,
Gerd Dani
Presidente Free-Italia

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