venerdì 22 dicembre 2023

Corsivo: La Neo Lingua che Sconcerta

Cari lettori, avete assistito a una involuzione linguistica e culturale in diretta? Oggi, voglio portarvi attraverso un viaggio intrigante nella nuova tendenza che sta rivoluzionando il modo in cui i giovani comunicano: il "corsivo". Insieme, esploreremo questo fenomeno, capirne le radici e riflettere sulla nostra lingua e cultura. Preparatevi a una discussione vivace e approfondita che vi prometto, non lascerà nessuno indifferente.


Una volta, il corsivo era semplicemente uno stile di scrittura, ma oggi, ha preso un nuovo significato. "Corsivo" è il termine coniato per descrivere una neo lingua, un trend che sta dilagando tra i giovani e ha trasformato la creatrice Elisa Esposito in un'icona con un reddito da capogiro. 


Non vi basta l'invasione degli anglicismi e l'uso politicamente corretto degli asterischi? Ora c'è di più. Per parlare "corsivo" non basta un'intuizione, ci vogliono lezioni, e naturalmente, non sono gratuite. C'è persino un professore di sociologia che si è dedicato allo studio di questa lingua emergente, cercando di decifrarne le regole.


Già Leopardi, due secoli fa, si lamentava del "niente" che lo circondava. Chissà cosa avrebbe detto oggi, quando una significativa porzione degli studenti fatica a scrivere in corsivo tradizionale e un italiano su cinque non riesce a captare il senso pieno di un testo. Eppure, questa neo lingua acquisisce visibilità e legittimazione da giornali e accademici.


Quando leggo sui giornali di "social egg freezing" o di patatine da 1800 dollari, la mia perplessità si mischia all'orrore. E su Facebook, gli auguri diventano un coacervo di asterischi e forme neutre. Se anche voi trovate tutto ciò assurdo, attenzione: rischiate di essere etichettati come "retrogradi".


In nome del progressismo, assistiamo alla riscrittura di classici e fiabe, alla cancellazione di tradizioni e persino della nostra lingua. Thomas Mann una volta esaltò l'italiano come la lingua degli angeli. Eppure, oggi, quella stessa lingua è in bilico tra innovazione e distruzione.


In conclusione, cari lettori e giornalisti, vi esorto a un riflessione: l'italiano, la nostra lingua angelica secondo Mann, merita un uso che ne rispetti la bellezza e la complessità. Non lasciamoci sviare da mode passeggere o da un progressismo mal interpretato. Preserviamo e celebriamo la nostra lingua, per noi stessi e per le generazioni future.


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